Mercato dell`auto sempre in affanno. A giugno gli esperti prevedono un nuovo calo delle immatricolazioni del 20%, più consistente rispetto alla flessione già registrata a maggio (-17,56%). Le stime prevedono inoltre che nei primi sei mesi del 2008, la riduzione sarà sensibile, e nell`ordine dell`11%. Il caro greggio sta mettendo in ginocchio un settore produttivo vitale per la nostra economia – commentano i Presidenti di Adoc e Codacons – finora non sono state adottate soluzioni concrete per evitare il collasso del principale settore industriale italiano ed ora si stanno pagando le conseguenze. Chiediamo un intervento del Governo, che riduca le tasse sui carburanti e che metta pressione ai petrolieri per attuare una vera concorrenza. Anche l`Antitrust deve indagare sulla presenza di eventuali cartelli nel mercato auto“. Sul mercato dell`auto potrebbe poi pesare il fattore listini. L`aumento senza freni delle materie prime, che ha determinato il rialzo record dei prezzi di produzione industriali rilevato dall`Istat, divide le case automobilistiche: una parte prevede un “aumento inevitabile“ dei listini in Italia, un`altra, invece, ritiene più opportuno assorbire i rincari delle materie prime tagliando i margini, visto il momento negativo che sta vivendo il mercato dell`auto. C`è però chi ha già deciso. “Da quattro anni Renault subisce l`aumento dei costi delle materie prime – affermano dalla consociata italiana della casa francese – e fino ad oggi siamo riusciti ad assorbirli all`interno dei nostri risultati, evitando qualsiasi ripercussione sui clienti. Adesso però, visto che il trend continua, Renault non può che reagire con limitati rincari dei listini su alcuni modelli, mediamente dell`1,5% come ha già dichiarato la casa madre francese, che sono già partiti a giugno“. Anche la controllata Nissan ha già annunciato aumenti dei prezzi delle proprie auto negli Stati Uniti ed in Europa. Ma l`inarrestabile corsa del prezzo del petrolio (indispensabile per la produzione di materie plastiche) e di alcuni metalli essenziali per l`industria automobilistica come alluminio (+19% dall`inizio dell`anno) e rame (+17%), ha indotto anche Toyota e Jaguar/Land Rover a non escludere aumenti. “A causa dei crescenti costi delle materie prime, potremmo in futuro essere costretti ad aumentare i prezzi“, spiega una nota della filiale italiana di Toyota, precisando comunque che, “al momento, non è stato deciso nulla“. Nella sede romana di Jaguar/Land Rover, i due marchi recentemente acquistati dalla indiana Tata, parlano di “aumento inevitabile“ dei listini. Psa Peugeot-Citroen, Mercedes e Volkswagen sono intenzionate invece a non fare ritocchi, per non colpire un mercato di per sè già debole, anche a scapito di un taglio dei profitti.