?Questa Associazione riconosciuta di tutela dei consumatori e degli utenti, ai sensi della legge 281/1998, e di tutela dell’ambiente, ai sensi della legge 349/1986, viene oggi a conoscenza del convegno 10 c.m. organizzato da APAT su protezione da campi elettromagnetici (cem) in modo autoreferenziale e discriminatorio. Autoreferenziale perché ad inviti, e dunque a porte chiuse, con esclusione tra gli altri di questa associazione, che dal 1996 ha innovato la giurisprudenza in materia di protezione dai cem della popolazione (Ordinanza TAR Lazio 3806/1996) e delle lavoratrici e dei lavoratori (Ordinanza TAR Lazio 10 luglio 1996 su ?varchi magnetici? nei ministeri). Discriminatoria perché organizzata con esclusione dei più illustri scienziati italiani in materia, che hanno elaborato il ?rationale? della normativa italiana, con consenso di entrambi i rami del Parlamento (Odg e Mozioni XIII legislatura), normativa presa ad esempio dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (Ansa 21 giugno 2007) e che costituiscono il riferimento di scienziati internazionali che li hanno nominati alla segreteria scientifica della International Commission for Electromagnetics Safety.
Il convegno appare al contrario costituire un momento organizzativo di quanti, in Italia, hanno avversato ed avversano l’approccio italiano al risk management da cem, basato sul principio di precauzione, ed hanno brigato e brigano in ogni sede per l’innalzamento dei limiti italiani, con il sostegno diretto o indiretto (si veda la organizzazione della Conferenza Internazionale di Kuala Lumpur 4-6 giugno 2007) di organizzazioni in accordo alla politica degli ultraconservatori americani contrari alla protezione dell’ambiente.
E’ particolarmente spiacevole constatare che la riorganizzazione dell’APAT, voluta da un Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che è il presidente del partito dei Verdi, contribuisca alla campagna di ?armonizzazione? globale dei limiti di esposizione della popolazione, delle lavoratrici e dei lavoratori, voluta da quegli ambienti, che non altro significa che l’innalzamento dei limiti di esposizione ai cem, in quei Paesi che, a cominciare dall’Italia (in Europa Occidentale con Svizzera, Belgio, Polonia) e per merito di quegli scienziati discriminati al prossimo convegno dell’APAT, offrono un elevato livello di protezione alla popolazione, alle lavoratrici e ai lavoratori.
Contro un impiego delle risorse pubbliche per fini lobbistici e dichiaratamente contrari alla vigente legge italiana che in materia applica il principio di precauzione, dichiaratamente avversato da molti dei partecipanti al prossimo convegno dell’APAT (si veda in proposito il sito di Galileo 2001) questa associazione chiede, ai sensi dell’art. 3 legge 281/1998, nell’interesse degli utenti dei pubblici servizi che dall’APAT si aspettano iniziative per l’incremento di tutela dai rischi industriali e dai campi elettromagnetici in particolare, la sospensione del convegno, il recupero delle risorse spese e il risparmio delle risorse ulteriormente destinate e l’avvio di un procedimento disciplinare nei confronti di quanti hanno impiegato risorse pubbliche per un fine tanto contrario ai fini istituzionali dell’APAT?.