Natale di crisi, con l’occhio rivolto ai regali, ma anche al portafoglio. È il segnale che arriva da questo ponte dell’Immacolata per quanto riguarda i consumi. Anche se è ancora presto per mettere in fila dei dati e fare un bilancio, il weekend unito alla festività dell’8 dicembre forniscono un primo colpo d’occhio sull’andamento degli acquisti. E il termine «prudenza» sembra essere quello che più di tutti interpreta lo spirito del momento. Anche a Roma, dove però il via vai davanti alle vetrine è stato fitto, agevolato dalle belle giornate di sole. Il presidente della Confcommercio capitolina, Cesare Pambianchi, lancia un messaggio di ottimismo: «Tanta gente affolla i negozi, finalmente sono arrivati i primi acquisti natalizi», afferma, puntando il dito contro «tutte le Cassandre che hanno fatto previsioni fosche che sembrano non avverarsi». Adusbef e Federconsumatori non ci stanno e suonano un campanello d’allarme: «I negozi sono vuoti in tutta Italia, Roma compresa. Le spese di Natale si assesteranno a 6,5 miliardi di euro registrando un tonfo di oltre due miliardi rispetto agli anni passati». Scende in campo anche il Codacons che chiede di anticipare i saldi al 15 dicembre. A Milano tutti in giro a guardare le vetrine, ma sono pochi gli acquisti. Un po’ dovunque lo shopping sembra sotto tono, complici, in alcuni casi, anche fattori esterni alla crisi dei consumi. A Torino non si è registrata la consueta folla dell’8 dicembre. A Firenze tanti turisti, ma vendite scarse: il calo, secondo le prime stime di Confcommercio e Confesercenti, si aggira sul 5% e lo scontrino «medio» per i primi regali natalizi non supera in genere i 40 euro. A Bari a remare contro ci si sono messe anche le restrizioni al traffico automobilistico nel centro cittadino per i non residenti. In molti hanno rimandato gli acquisti e tanti commercianti lamentano una sensibile riduzione delle vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A Palermo tanta gente per le strade tra sabato e domenica, ma pochi acquisti e ieri negozi chiusi, come disposto da un’ordinanza del sindaco che ha suscitato non poche polemiche. In Veneto è sembrato buono l’afflusso nei negozi, ma molti clienti sono usciti a mani vuote. Diversi, inoltre, i negozi sui cui da giorni campeggiano le indicazioni «liquidazione per chiusura» o «vendita promozionale», per attirare la clientela.