FUCECCHIO AI PIU’, in pieno mese d’agosto, è passato inosservato. Ma quanto ha deciso, di recente, il Comitato per la Vigilanza sulle Risorse Idriche circa l’indebita attribuzione a Publiacqua, da parte dell’Ato, di un conguaglio di 6,2 milioni di euro per "mancati introiti" sui consumi previsti dal piano industriale del 2001, conguaglio che dovrà essere recuperato sulle bollette, potrebbe scatenare piu’ di un ricorso da parte degli stessi utenti che a Fucecchio si stanno organizzando per chiedere l’intervento di Codacons. L’associazione dei consumatori, che ha nella cittadina un suo sportello in corso Matteotti con tanto d’assistenza legale garantita dallo staff dell’avvocato Sabrina Ramello, verrebbe infatti coinvolta in questa delicata vicenda che riguarda non solo il Valdarno Inferiore e la Valdelsa ma anche altre aree della Toscana e che è già stata affrontata, in consiglio regionale, dal capogruppo dell’Udc Marco Carraresi. In sostanza, al di là della cifra riconosciuta come indebita, il totale delle "perdite" sull’uso dei rubinetti ammonterebbe ?secondo l’Udc- a 33 milioni e 658 mila euro dal momento che, grazie anche alle indicazioni sul risparmio idrico, i consumi delle famiglie sono diminuiti notevolmente. Ufficialmente i mancati incassi impedirebbero a Publiacqua di effettuare gli investimenti previsti: e cosi’ questi verranno fatti pagati agli utenti con un aumento medio delle bollette, dal 2008, del 7 per cento. Ma questo ?sempre stando all’Udc- senza che Publiacqua abbia a sua volta corrisposto ai comuni, che sono suoi soci, i canoni di concessione per gli acquedotti comunali. "Il debito ?afferma P.G che si fa capofila del ricorso tramite Condacons- sembrerebbe poter rientrare con un piano dilazionato fino al 2011. Ma i comuni, a quanto sembra, avrebbero dimenticato di chiederne gli interessi". Cosi’, se gli utenti fucecchiesi si organizzano per avere la restituzione di quanto pagato in piu’, rispetto ai consumi reali, l’opposizione potrebbe dare battaglia in consiglio comunale come ha già fatto, con Beppe Mainolfi di F.I e Daniela Vallini di A.N, proprio a causa della mancata redditività delle società partecipate. "Cio’ ?continua P.G- si aggiunge alla modifica peggiorativa della fascia di consumo per la tariffa agevolata, all’aumento della quota fissa che in tre anni è passata da 15 a 21,90 euro, agli incrementi superiori all’inflazione e al meccanismo delle fasce di consumo che penalizza le famiglie. Non ci sono controlli, su quanto accade, e Codacons potrebbe avere buon gioco se anche un piccolo gruppo di "tartassati" avviasse, come desideriamo, una causa pilota contro chi opera in regime di monopolio e sfuggendo a ogni vaglio di mercato e di libera concorrenza".