Il 2 novembre non è solo il giorno della commemorazione dei defunti, ma una vera e propria festa per fiorai e venditori di materiale cimiteriale.
L’Intesa dei consumatori, infatti, ha svolto un’indagine nelle principali città italiane, confrontando presso fiorai e negozi che vendono materiale per cimiteri i prezzi dei giorni scorsi con quelli praticati oggi.
E ha scoperto che in poche ore i prezzi di alcuni oggetti subiscono delle impennate straordinarie.
L’indagine dell’Intesa ha preso ad esame 3 elementi da addobbo delle tombe: i classici crisantemi, i lumini e le lucine a corrente.
Ebbene, per quanto riguarda i crisantemi, se nei giorni scorsi il mazzo da 10 costava 2-3 euro nei piccoli cimiteri, oggi costa 4-5 euro, con aumenti fino al 50%. Nei grandi cimiteri, invece, il costo del mazzo da 10 è arrivato a 10-12 euro, con analoghe percentuali d’aumento.
I lumini, che fino a poche ore fa nei piccoli cimiteri costavano 30 centesimi, oggi costano 50 centesimi, con aumenti del 30%. Nei grandi cimiteri invece gli aumenti sono addirittura del 200%, con i prezzi che volano da 50 centesimi fino addirittura a 1,50 euro!
Prezzi quasi invariati, invece, per le lucine a corrente, per le quali gli aumenti sono minimi.
Si tratta di speculazioni assurde, commenta l’Intesa dei consumatori. I crisantemi, infatti, sono fiori di stagione, che costano pochi centesimi l’uno, ma che in funzione della giornata dei morti arrivano a costare tantissimo. Lo stesso dicasi per lumini e lucine, in molti casi prodotti in Cina, il cui prezzo alla produzione è davvero minimo, ma che il 2 novembre come per magia si impenna con ricarichi ingiustificati.