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Vendite in calo del 15% in centro

Calano le vendite a Monfalcone di circa il 15%, nel settore calzature e abbigliamento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nonostante le promozioni iniziate già all’inizio del mese.  La situazione è quasi in linea con quella riscontrata su scala nazionale dove, stando ai dati raccolti dagli osservatori di Codacons, Adusbef e Federconsumatori, risultano in frenata anche i settori merceologici di mobili, elettrodomestici e profumeria (-10%), elettronica (-5%). Mentre un piccolo balzo in avanti lo hanno compiuto cartolibreria (+1,5%), alimentari (+0,4%) e giocattoli (+0,4%). E per fortuna, secondo la maggiore parte dei commercianti monfalconesi, tre giorni prima di Natale c’è stato un rialzo negli acquisti, evitando una flessione ben più critica. Il tutto, dicono i commercianti, è riconducibile alle pesanti condizioni meteorologiche che hanno caratterizzato quasi tutto il mese di dicembre, alla crisi economica che non accenna a diminuire e al minore potere di acquisto delle famiglie. In pochi giorni, inoltre, al centro commerciale Emisfero di via Pocar, hanno aperto il negozio di abbigliamento «Ovs Industry», altro punto vendita dopo quello in viale San Marco della catena nazionale Oviesse. Ha debuttato anche il negozio Indexè di abbigliamento per bambini e Mediaworld di elettronica e prodotti della casa. A Ronchi, invece, è stato inaugurato il centro commerciale «Sorelle Ramonda». Un’ondata di aperture fronteggiata dai negozi cittadini con le vendite promozionali contribuendo, da un lato, ad attrarre gli acquisti e, dall’altro, a contrastare la concorrenza con i centri commerciali. Secondo l’Ascom, il centro di Monfalcone resterà sempre punto di riferimento del commercio locale, dove in questo periodo sta ottenendo successo il concorso «Gratta e vinci» con il quale, a fronte di acquisti, si possono vincere buoni spesa. Ci sono, inoltre, tutte le condizioni per parlare di segnali positivi, nonostante la maggior parte dei monfalconesi mantiene prudenza, preoccupata dall’inarrestabile crisi economica. Spese diverse e più selettive, orientate verso le offerte, i discount e i supermercati, evitando invece grandi magazzini che i negozi al dettaglio. E intanto la categoria dei commercianti confida sul prossimo appuntamento: dal 2 gennaio fino al 31 marzo, sarà la volta dei saldi, alimentando la speranza di nuovi affari. «A novembre abbiamo avuto una crisi paurosa – ha spiegato Annalisa Zelik, titolare del negozio "Calzature Castiglioni" e capocategoria del settore merceologico -. Dicembre è stato in linea come lo scorso anno. È arrivato poi il maltempo e infine c’è stato qualche giorno di ripresa prima di Natale. Vorrei sottolineare il movimento della clientela, nonostante l’apertura del centro commerciale a Ronchi e i nuovi negozi insediatisi in via Pocar. Il nostro negozio non ha effettuato promozioni. Siamo ottimisti e fiduciosi che i saldi possano cominciare bene». Mauela del negozio di abbigliamento «Glenfield» è soddisfatta solo del movimento registrato qualche giorno prima di Natale. «La promozione del -20% è servita – afferma – però, rispetto allo scorso anno, devo registrare più di -15% nelle vendite». «Non è andata come speravo – dice Francesca di "And" confezioni -, si sente molto la crisi. Poi c’è sempre lo stesso problema. La città si svuota e tutti vanno verso i centri commerciali». Alessandra di «Iana» abbigliamento osserva: «Solo per pochi giorni è andata bene, speriamo che vada meglio con i saldi di gennaio». «Con le vendite siamo in linea con l’andamento nazionale per il nostro settore – dice Patrizia, titolare del negozio "Pelletterie Agostini" – che registra un calo dal 15 al 20%. Per i saldi le prospettive le riteniamo non splendide ma discrete». «Vendita promozionale fino a -50%», annuncia il cartello all’esterno del negozio di «Alcott» abbigliamento. «Cambieremo ancora la percentuale in occasione dei saldi – spiega Claudia – per avere un riscontro maggiore». Anche Alessia, di «Skianto» abbigliamento, confida nei saldi che inizieranno il 2 gennaio, poiché, dice, a parte qualche giornata prenatalizia, il resto è da cancellare.
 

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