COMUNICATO STAMPA DEL 8-04-14
UNIVERSITA’: AL VIA TEST ACCESSO, SI COMINCIA CON MEDICINA
CODACONS: FARE I TEST AD APRILE È INAMMISSIBILE E DISCRIMINATORIO
GOVERNO RENZI LIBERALIZZI ACCESSO ALL’UNIVERSITA’: IL NUMERO CHIUSO E’ SOLO UNA QUESTIONE DI SOLDI
NEL 2013 CENTINAIA GLI STUDENTI AMMESSI A SEGUITO DEL RICORSO DEL CODACONS
Al via i test d’ingresso a Medicina e Odontoiatria che si svolgono oggi in tutti gli atenei. Per il Codacons fare questi test ad aprile non solo è assurdo e inammissibile, ma anche discriminatorio. Distrae, infatti, gli studenti dalla preparazione agli esami di maturità e favorisce chi lo scorso anno non è stato ammesso e che ora ha più tempo per prepararsi rispetto ai maturandi.
Senza contare che i test di accesso non solo sono anacronistici, ma riducendo a priori il numero dei futuri medici, violano il principio del libero accesso alle professioni, oltre a violare il diritto allo studio sancito dall’art. 3, 33 e 34 della Costituzione.
Per questo il Codacons chiede al nuovo ministro dell’Istruzione Stefania Giannini di eliminarli. Anche perché la verità è che i test, nati per calmierare le professioni, oggi sono mantenuti senza alcuna valutazione del fabbisogno sociale di medici o dentisti. E’ esclusivamente una questione di numeri disponibili nelle università, che, non avendo soldi, possono gestire un numero limitato di iscritti. Da qui i test! Anche la data assurda di aprile, è figlia di questa logica.
Se, quindi, il Premier Renzi, come ha più volte dichiarato, vuole davvero investire seriamente nella scuola, è evidente che i test vanno eliminati e, semmai, va fatto come in Francia, dove la selezione avviene nel primo anno di università. L Peraltro resta tuttora inspiegabile perché, per valutare uno studente, contino di più 60 domande in 100 minuti rispetto ad un percorso di studio di 5 anni che si conclude con l’esame di maturità.
Il Codacons ricorda che lo scorso anno centinaia di studenti furono riammessi alle prove di ammissione a seguito della vittoria dell’associazione al Tar del Lazio che riconobbe la “contraddizione che affligge il decreto attuativo pubblicato il 29 novembre 2013, tra l’ammissione in sovrannumero e il fatto che essa sia subordinata alla mancata copertura dei posti disponibili secondo la programmazione degli atenei, non tenendosi conto neppure di rinunce e scorrimenti”. Conseguentemente il Tar ammise i ricorrenti che avevano un punteggio superiore a quello dell’ultimo classificato, previa aggiunta del bonus maturità, all’epoca eliminato in corsa.