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UFFICI GIUDIZIARI: IL CODACONS RICORRE AL CSM









A gennaio di quest’anno il CODACONS diffidava il Ministro della Funzione Pubblica, l’ex Sindaco di Roma Rutelli, il Presidente della Provincia e il Presidente del Tribunale, a far rispettare l’orario di apertura degli uffici pubblici agli utenti, che la legge fissa alle ore 8. Tutto ciò in base alla legge 281/98 che prevede il diritto degli utenti ad un servizio pubblico efficiente e con elevati standard di qualità.

Le norme vigenti prevedono l’inizio del lavoro di tutti i pubblici dipendenti, sia dei Ministeri che degli enti pubblici ed aziende municipalizzate alle 8 del mattino, per lo più fino alle 14. La cosa incredibile è che gli uffici vengono aperti al pubblico non prima delle 9. Il pretesto? Oltre ad alcuni accordi sindacali illegittimi, la necessità ?di mettere a posto le carte e prepararsi all’afflusso del pubblico?. Così se vogliamo avere un certificato in Tribunale o depositare una istanza di colloquio con un detenuto, o trattare una pratica di pensione o di invalidità, dobbiamo aspettare le 9, che poi sono sempre le 9,15 o giù di lì.

Ma a cosa serve quella ora di chiusura degli uffici? Salvo rare eccezioni a nulla, anzi a far perdere alle pubbliche amministrazioni un’ora di lavoro. Invece, sarebbe fondamentale per il cittadino, dove anche le scuole aprono alle 8, poter disporre di quell’ora, dalle 8 alle 9 per svolgere incombenze amministrative comodamente agevolando anche il traffico e diminuendo l’affollamento sui bus. Semmai, se occorrerà sistemare le carte meglio farlo dalle 13 alle 14 o durante le abbondanti ore di lavoro straordinario che l’erario sborsa annualmente.

A questa richiesta il CODACONS non ha mai avuto risposta. Nell’interesse dei cittadini romani l’associazione, a seguito di numerose segnalazioni, ha deciso di ricorrere al Consiglio Superiore della Magistratura, al quale chiede anche se, tale silenzio delle autorità preposte, sia legittimo o meno. L’intervento del CODACONS è inoltre avallato da una serie di fotografie che gli ispettori dell’associazione hanno scattato nei vari uffici e tribunali, documentando le file e l’estenuante attesa degli utenti.

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