Un provvedimento abnorme e pericolosissimo quello contenuto in una circolare datata 8 giugno ma arrivata alle scuole solo giovedì scorso: il Ministero della Pubblica Istruzione, male interpretando la nuova legge n. 1/07 emessa proprio per regolamentare gli esami di maturità, ha ritenuto che i candidati privatisti non possono più fare gli esami nelle scuole paritarie ? che sono in tutto e per tutto identiche alle scuole statali – e devono essere spostati, a 5 giorni dalle prove, ciascuno in una città diversa anche sulla base della loro residenza anagrafica. Già ad aprile il MPI aveva tentato di trasferire coattivamente tali studenti nelle sole scuole statali ma il TAR del Lazio aveva sospeso i provvedimenti e ordinato al Ministro di riesaminare la questione e consentire che anche i privatisti, sia pure in soprannumero, potessero fare esami nelle paritarie, almeno fino a quando la Corte Costituzionale ? che il 5 giugno scorso ha discusso della legittimità di questa legge ? non emetterà la sua sentenza in merito. Dopo la sospensiva del TAR i ragazzi, ignari di tutto, hanno proseguito a studiare nelle loro scuole di assegnazione paritarie e
hanno adattato la loro terza prova proprio sul programma di quella
scuola. Improvvisamente però il MPI ha riesaminato la questione ma,
testardamente, ha ribadito che gli studenti devono essere trasferiti in
altre scuole tutte statali, senonchè si è dimenticato di dire dove
devono essere trasferiti i giovani che ora, quindi, si trovano senza
sapere né se né dove dovrebbero presentarsi agli esami, nonostante
abbiano studiato per un intero anno il programma della paritaria dove
si sono scritti dal 30 novembre scorso e cui hanno pagato anche la
tassa di esame che ora perderanno.
Paradossale e emblematica la situazione di alcune migliaia di
candidati iscritti nei licei linguistici che?.nello Stato nemmeno
esistono!!
Essi dovrebbero fare l’esame in un liceo scientifico senza avere
studiato la matematica, o ancora gli aspiranti al diploma di maturità
nei licei socio pedagogici, o ITAS , tutti a scarsissima diffusione sul
territorio, che dovrebbero andare a fare l’esame a centinaia di km da
casa propria trovando all’ultimo minuto una stanza in affitto dove
vivere?..
I giovani, che tra l’altro solo ora hanno saputo di questa decisione
essendo stati tenuti all’oscuro dal MPI che non aveva loro comunicato
nulla prima, si sono rivolti all’avv. Carlo Rienzi che ha proposto un ricorso di urgenza al Consiglio di Stato che però deciderà solo il 19 prossimo ossia il giorno prima della prova di italiano!!
Se il 20 mattina nulla sarà cambiato è prevedibile che migliaia di
ragazzi ignari si presenteranno nelle sedi degli esami della loro
scuola e, se respinti, non potranno fare altro che tornarsene a casa e
fare poi una azione di risarcimento danni milionaria contro Fioroni e i
Direttori Regionali scolastici.
Il CODACONS comunque segnala il problema alle prefetture onde evitare che si verifichino turbamenti all’ordine pubblico, proteste e blocchi degli esami, comprensibilmente dovuti alla delusione di chi solo il giorno dell’esame apprende che non può farlo più, eventi questi che
sarebbero dannosi per tutti. L’avv. Rienzi inoltre ha chiesto al MPI di
ammettere i giovani con riserva alla prova nelle scuole dove sono
iscritti da mesi, visto che nessun danno potrebbe derivare al Ministero tenuto conto anche che da quest’anno ben 4 su sette commissari sono esterni e quindi bene attenti a giudicare tutti con imparzialità e rigore.