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ROCCARASO: A RISCHIO CROLLO IL PALAZZO CHE IL SINDACO VALENTINI TENTO’ DI BLOCCARE E PER IL QUALE FINI’ INGIUSTAMENTE IN CARCERE

Ecco perché morì in carcere Camillo Valentini, sindaco di Roccaraso, il 14 agosto 2004, arrestato dalla magistratura di Sulmona a seguito di 18 denunce presentate contro di lui dal proprietario del palazzo del vallone S.Rocco Federico Tironese e dal suo avvocato Stefano Rossi. Nel corso del 2005 il palazzo fu venduto dal Tironese dopo una abitabilità concessa in fretta e furia dal nuovo Sindaco a seguito di una perizia che attestava la sicurezza del sito fatta dal cugino dell’avv. Rossi, l’avvocato del padrone del palazzo, un ingegnere che dopo una settimana  diventava proprietario anche di un immobile sito nel palazzo.
La vicenda ora è oggetto di una indagine della Procura della Repubblica di Sulmona e del pm dott. Cerrato di Avezzano, distaccato presso la magistratura peligna.
Il Consiglio di Stato nell’esaminare il ricorso del CODACONS contro l’abitabilità ha pensato bene di incaricare di un accertamento tecnico sulla sicurezza del palazzo nientemeno che il Consiglio Superiore dei Lavori pubblici che ha designato come perito di ufficio la prof.ssa Caterina De Maio, una delle più esperte strutturiste del nostro paese, che oggi ha depositato nella cancelleria del Cds la sua perizia.
Ecco cosa si legge nella perizia:

”data la notevole pendenza del versante il detrito a monte della palazzina può essere eroso e dilavato dalle acque in occasione di eventi di pioggia intensa … tutta la parte di pendio a monte della palazzina e a valle del serbatoio dell’acquedotto è a rischio di erosione e dilavamento di detrito… la rottura della rete o lo sfilamento dei chiodi che l’ammorsano al sottosuolo può determinare il movimento di tutto il materiale accumulato.,, i processi che si possono verificare sono: scorrimento e/o distacco di frammenti di terra crollo di alberi di dimensioni non trascurabili che potrebbero abbattersi sulla strada sottostante scavalcando la rete parasassi ad assorbimento elastico rottura delle biostuoie con conseguente movimento anche del detrito che queste ora trattengono sfilamento del cordolo di ancoraggio della rete con funzione di chiodatura…”

Ma non basta. Il perito del Consiglio di Stato ha constatato anche che non si sa cosa si possa fare per mettere in sicurezza il pendio almeno fin quando non si accerti a fondo la natura geologica profonda del terreno:

”i processi di instabilità si stanno già in parte verificando e hanno alta probabilità di aggravarsi. Altri possibili processi che non sono così evidenti vanno comunque considerati ai fini della valutazione del versante….l’ammasso roccioso è intensamente fratturato e gli elementi di roccia integra mostrano scadenti proprietà meccaniche…”

E così la perizia conclude:

”…le opere previste ed eseguite non sono sufficienti per la salvaguardia della pubblica e privata incolumità. I problemi evidenziati nell’indagine a base del progetto di risistemazione idraulico-forestale e cioè l’erosione e il distacco di frammenti di sottosuolo permangono in parte a causa di una non accurata realizzazione delle opere in parte a causa di una non accurata progettazione. Inoltre il versante a monte della palazzina dell’immobiliare d’Aurora è potenzialmente soggetto a fenomeni di instabilità che non sono stati considerati nella progettazione degli interventi di risistemazione e che non possono essere bloccati dalle opere già eseguite. Alcuni di questi processi sono già in atto, altri si possono verificare… la scarpata  a pendenza notevolissima non sorretta affatto da opere adeguate e in parte nemmeno protetta dall’erosione …ha in atto processi di scorrimento e distacco di materiale  a carattere retrogressivo. Sembra inoltre possibile lo scorrimento di uno strato di detrito o di terra su una discontinuità preesistente costituita da un paleo-suolo”.

Il povero sindaco Valentini ha dato la vita per evitare che 30 famiglie innocenti – che ora sono proprietari degli appartamenti – potessero correre rischi legati alla instabilità del costone montuoso che sovrasta il palazzo Ex Edilmonte.

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