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PREZZI E MAFIA: IL PRESIDENTE BILLE’ SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI











In una intervista alla Stampa, il presidente di Confcommercio Sergio Billè, che ha sempre offeso Intesaconsumatori accusata di fare ?terrorismo psicologico? come nell’articolo a sua firma uscito su Euritalia il 28 febbraio 2002, intitolato: ?Eroi del changeover?:

?Al di là dei problemi che ancora restano – scriveva Billè – crediamo che il changeover sia andato ben oltre le più rosee aspettative. Un neo comunque c’è stato: le polemiche sui prezzi che – studiate a tavolino senza troppa attendibilità statistica da parte di alcune (poche, nell’ampio e autorevole panorama del consumerismo italiano) associazioni di consumatori – si sono sciolte come neve al sole nel giro di qualche giorno. I dati Istat sul tasso di inflazione di gennaio, mai attesi come questa volta, hanno sgombrato il campo da qualsiasi dubbio, come riconosciuto dalle principali e più autorevoli associazioni dei consumatori e fatto chiarezza sull’argomento, ma – nel capitolo ?costi di conversione per il commercio? – forse occorrerebbe imputare anche questa voce?,
afferma oggi che: ?Sui prezzi dell`ortofrutta e di altri prodotti freschi pesa non solo la mancanza di una vera liberalizzazione dell`economia del Mezzogiorno – da cui gran parte di questa merce proviene – ma anche un diretto zampino della criminalita` organizzata che controlla la filiera distributiva?.


“Quello che lei trova al mercato per due terzi viene dall`estero – continua il presidente della Confcommercio -. Il terzo italiano arriva pero` dal Sud almeno in ragione del 40-60%, a volte anche di più, dipende dai generi. Il prodotto è buono e il dettagliante è onesto: voglio essere chiaro su questo. In mezzo però ci sono troppi passaggi, che non riguardano solo il prodotto italiano, ed e` in questi passaggi che si inserisce la criminalita`. Se lei ha un ristorante non puo` prendere la carne o il pesce o i pomodori da chi vuole lei: o si affida ad una certa linea di distribuzione, al prezzo che le impongono, oppure lei i prodotti non li ha. Lo stesso vale se vende pomodori o arance o quello che sia. E i prodotti che arrivano sul suo banco di vendita o nella sua cucina di ristorazione, devono pagare il “casello“, senno` non entrano. Va da se poi che il loro prezzo e` partito come palla di neve e le arriva addosso come valanga. Il tutto ricade poi sul consumatore, inevitabilmente. Per il consumatore finale, questa “filiera mafiosa“ puo` comportare aumenti dal 20 al 40%“.


Non sappiamo se si tratta di una denuncia o di una autodenuncia ? affermano ADOC, ADUSBEF, CODACONS e FEDERCONSUMATORI ? ma evidentemente il presidente Billè, che ha sempre respinto le speculazioni pur evidenti denunciate dall’Intesaconsumatori con il pretesto dell’euro e che si è sempre battuto per evitare che ci fosse il doppio prezzo lira-euro su cartellini come in tutti gli altri paesi dell’aerea euro, sia per conservare la memoria storica dei prezzi in lire, che come uno degli antidoti ai fenomeni speculativi, accusando sempre gli ?altri? (rincari delle tariffe, occupazione di suolo pubblico, aumenti di Ici, Tarsu, ecc. che ricadeva sui bilanci dei ?poveri commercianti?), degli allegri ritocchini effettuati da coloro che hanno determinato i prezzi, impoverendo grandi masse di lavoratori dipendenti e pensionati che non avevano la facoltà di aumentarsi stipendi e pensioni, in una folle rincorsa che ha portato la ?grande depressione? dalla quale non è facile uscirne, si è accorto oggi che la filiera agroalimentare sarebbe in mano ai ?mafiosi? !

Intesaconsumatori, che farà le sue proposte sui prezzi domani 7 dicembre 2004 in una conferenza stampa indetta alle ore 12 presso il Centro di Documentazione dei Giornalisti Economici a Roma, Via Cicerone, ritiene che dopo l’intervista del Presidente Billè, sia doveroso sia l’intervento dell’Antitrust – già chiamata a verificare se i ?grossisti? impongono gli stessi prezzi per acquistare beni, come ad es. l’uva da tavola pugliese a 20 centesimi di euro al chilo, che sarà rivenduta al dettaglio a 2,5 euro al chilo, affamando così sia i produttori che non possono produrre sottocosto, che i consumatori, che non hanno soldi per acquistarla – sia la Direzione Distrettuale Antimafia, per valutare se le accuse del presidente Billè siano fondate oppure abbiano l’unico scopo, come al solito, di depistare.






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