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Politici, soubrette e sacerdoti: ecco i salernitani che contano

 SALERNO  Un quarto d’ora di celebrità non si nega a nessuno. E dieci minuti di «notevolezza »? Da quando è uscito il Catalogo dei Viventi, biografie di 7247 italiani notevoli a cura di Giorgio Dell’Arti e Massimo Parrini, anche a Salerno è scattata la corsa a scoprire chi c’è e chi non c’è nell’ambìto Who’s who di casa nostra. Sono probabilmente gli stessi diretti interessati a sfogliare con falsa nonchalance la voluminosa pubblicazione (duemila pagine), il più delle volte senza acquistarla, restando comodamente in libreria: mostrandosi fieri e soddisfatti quando leggono il proprio nome in grassetto, fingendo indifferenza (ma masticando amaro) invece se al contrario sono stati dimenticati. Il discrimine che fa la scelta è quasi sempre la cronaca. Ma in molti casi si è in presenza di vere e proprie omissioni, tanto più clamorose quando si tratta di personaggi tuttora sulla cresta dell’onda. Nel catalogo delle vanità, ad esempio, non c’è traccia dei Neri per Caso che pure rappresentano la massima espressione della Salerno canora. Nè si fa menzione dei fratelli Deidda, che hanno legato il loro nome al jazz italiano. Scopriamo invece in soli sei righi che Pasquale Bardaro di Camerota «si candida ad essere il più interessante vibrafonista della nostra scena jazz» E che Alex Gaudino è un dj di successo all’estero. Non solo, tredici righi sono dedicati a Daniela Ferolla, desaparecida Miss Italia 2001. Sei righi gli autori li riservano anche a Michele Pinto di Teggiano, ministro dell’agricoltura del Prodi I (1996-1998) e autore della legge sulla riparazione per i processi di durata irragionevole. E a proposito di leggi, ma dov’è finito Edmondo Cirielli, che ha legato il proprio nome a una legge che contiene modifiche al codice penale sui termini di prescrizione dei reati? Per il Catalogo non è un vivente notevole. Se la passa meglio Gaetano Fasolino di Roccapiemonte, ex parlamentare di Forza Italia, che viene ricordato mentre fa il pianista, votando cioè per conto degli assenti con «la posa e lo slancio mistico di un Glenn Gould alle prese con le Variazioni Goldberg» (Mattia Feltri). Altri assenti di lusso del centrodestra, il senatore Nino Paravia (eppure almeno l’iniziativa per tutelare i portaborse poteva trainare il suo nome) e il deputato Gerardo Soglia. Ignoto anche come imprenditore interessato all’Alitalia e presidente del Pescara calcio. Il centrosinistra non se la passa altrettanto bene: considerati «non notevoli» i due presidenti della Provincia, l’attuale senatore e ministro- ombra Alfonso Andria e Angelo Villani. Capitolo Vincenzo De Luca: sono 55 i righi che il Catalogo dedica al sindaco di Salerno, riprendendo una definizione del giornalista Antonello Caporale: «Il Chavez della Campania». Per il resto si parla dell’antica rivalità con Bassolino, delle iniziative per la sicurezza (manganelli ai vigili urbani e multe contro i «cafoni») e dell’idea di far custodire le sue ceneri in un’urna da mettere al centro di una nuova piazza sul lungomare. Di De Luca, infine, vengono citate due passioni: Bacone e la chitarra («sarebbe memorabile la sua interpretazione di Bandiera rossa »). Ancora politici citati: la ministra Mara Carfagna in 71 righi («Chissenefrega di quella velina lì», Michela Vittoria Brambilla); l’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio in 83 righi («Aspetto epico da ragazzo di vita pasoliniano; riccetti neri, occhi malandrini, parola abrasiva», Marina Ripa di Meana) l’ex ministro Carmelo Conte in 43 righi («Gava quando giurai da ministro nel governo Amato mi chiamò ‘o verginiello ») l’ex senatore Roberto Manzione in 36 righi («Sono un Gemelli creativo, rigoroso e soprattutto rompiballe»), Enzo Mattina e Isaia Sales. Non hanno lasciato traccia Paolo Del Mese, Mario De Biase e Andrea Annunziata.  Ma procedendo nella ricerca dei salernitani che contano, non ci sorprende l’inserimento di Bruno Brindisi, disegnatore di Dylan Dog, di Mario Canzio, ragioniere generale dello Stato, Carlo Rienzi, fondatore del Codacons, Luigi Mazzella, giudice della Corte Costituzionale, Renato Priore, giudice di Cassazione, Giovanni De Luna, storico del fascismo, Achille Bonito Oliva, critico d’arte, Filadelfio Cammarano, l’imprenditore che ha illuminato Torraca con i led, il calciatore Simone Barone, l’ex calciatore Giuseppe Galderisi, Antonio Ferrentino, leader del movimento no-Tav, Ernesto Olivero, il Francesco del Duemila, l’oncologo e compagno di Margherita Buy Renato De Angelis, la campionessa di salto in alto Antonietta De Martino, Massimo Minolfi, al nono posto tra i banchieri più pagati nel 2006, Maria Rosaria Maiorino, prima donna questore in Italia, i giornalisti Lucia Annunziata, Mino Fuccillo, Bruno Gravagnuolo, Armando Massarenti e Michele Santoro. E se appare scontato, per il curriculum che vanta, il riferimento al cardinale Raffaele Renato Martino (33 righi), colpisce trovare tra Ania Pieroni e Claudio Piersanti addirittura l’arcivescovo di Salerno Gerardo Pierro (28 righi) di cui sono ripercorse le note vicissitudini giudiziarie. La tv spazzatura è degnamente rappresentata da Carmen Di Pietro e Antonio Zequila. Mentre il Catalogo ignora Karen Picozzi, naufraga salernitana dell’Isola dei famosi. Dal passato emergono Pierluigi Crudele, «meteora della new economy » e l’ex calciatore Domenico Caso. Ignoti agli autori il rettore Raimondo Pasquino, il regista Alessandro Piva, gli attori Angelo Orlando e Yari Gugliucci e persino Giuseppe Amato, imprenditore della pasta e sponsor della Nazionale di calcio. Destinati, infine, a far discutere a Giffoni Valle Piana i 23 righi dedicati all’ex sindaco Ugo Carpinelli. Anche perchè nel Catalogo non c’è traccia del suo nemico «storico», il patron del Giffoni Film Festival Claudio Gubitosi.

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