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“Nel 2008 redditi fermi Piu’ ricchi gli autonomi”

    ROMA La crisi economica mette in ginocchio i settori produttivi, con pesanti ricadute sull’occupazione, e fa crollare i consumi. Ma la circostanza è negata dal premier Berlusconi, che chiede fiducia e ottimismo. Intanto, però, la Cgil lancia l’allarme sui salari; e la Cisl sollecita il governo a convocare al più presto le parti sociali per individuare un percorso condiviso per gestire gli effetti della crisi. Per il 2009, poi, il quadro non appare confortante, e le associazioni dei consumatori parlano di emergenza. Telefono Blu riferisce di un «calo impressionante» dei consumi a Natale. E le previsioni per i saldi di gennaio non sono migliori. I consumatori stimano una diminuzione tra il 15 e 20%. Colpa, forse, anche dei salari che perdono potere d’acquisto. Questa, almeno, è la chiave di lettura della Cgil. Secondo l’Ires-Cgil, infatti, nel 2008 la crescita dei salari risulterà in linea con il tasso di inflazione. Anticipando i dati del rapporto sulle retribuzioni, che sarà diffuso a gennaio, la confederazione denuncia che le buste paga aumenteranno del 3,4-3,5%, in linea con l’andamento dell’inflazione. Cioè, le retribuzioni sono ferme: saranno più alte a livello nominale, ma più basse in termini di disponibilità reale rispetto all’inflazione. Inoltre, aumenta la differenza tra le retribuzioni di operai e impiegati, e imprenditori e liberi professionisti. Tra il 2002 e il 2008 le famiglie il cui reddito è «alimentato» da un dipendente hanno perso circa 1.600 euro (a cui vanno aggiunti altri 360 euro di mancato recupero del fiscal drag per il solo 2008). Nello stesso periodo i nuclei «alimentati» da un imprenditore hanno goduto di un aumento di reddito di oltre 9 mila euro. Berlusconi, comunque, vede tutto rosa e dà le responsabilità agli altri: «Non c’è stato alcun calo» dei consumi dei generi alimentari, dice; e «anche gli altri generi si sono mantenuti più o meno sui livelli degli altri anni. Ho parlato con il presidente dei commercianti Carlo Sangalli che mi ha detto di essere soddisfatto. E poi, ripeto, tutto sta nelle nostre mani». Le previsioni della Cgil sembrano però al momento confermate dai dati dell’Istat, le cui ultime rilevazioni sono riferite a novembre. Fino a quella data, il tasso di inflazione «acquisito» per il 2008 risulta infatti pari al 3,4%, nonostante che il dato mensile evidenzi un calo tendenziale della crescita dei prezzi sceso dal 3,5% al 2,7%. Allo stesso modo, il dato Istat sull’andamento delle retribuzioni mostra che tra gennaio e novembre l’aumento è stato del 3,4%. Almeno fino a novembre, quindi, la crescita delle retribuzioni è stata interamente «mangiata» dall’inflazione. «Secondo i nostri dati», dice il segretario confederale della Cgil e presidente dell’Ires Agostino Megale, «il calo dei consumi è un fatto reale e, purtroppo, destinato a peggiorare nel 2009 in assenza di interventi fiscali del governo a sostegno dei redditi e delle pensioni. Ecco perché», dice, «continueremo a insistere affinché ciò che il governo non ha fatto fin qui lo faccia a partire dal nuovo anno, riducendo le tasse sui redditi da lavoro e pensione in modo tale da poter rilanciare i consumi». 451,5 MILIONI. Per la Coldiretti, nel 2008 sono stati spesi 5 miliardi in più a tavola, ma solo per l’aumento dei prezzi. E la Fipe, la federazione dei pubblici esercizi Confcommercio, prevede nel 30% dei ristoranti prezzi scontati per il cenone, «inferiori a quelli del 2007» con una spesa media di 83,50 euro a persona: quasi il 7% in meno del Capodanno 2007. Secondo le stime, festeggeranno al ristorante 5,4 milioni di italiani (-0,6% sul 2007). La spesa sarà 451,5 milioni: il 7,4% in meno di un anno fa. Berlusconi non crede alla crisi, ripete che la colpa è di chi non consuma, e annuncia «l’impegno del governo» a far di tutto affinché «quest’anno che abbiamo davanti non sia così terribile. Dobbiamo avere fiducia», sostiene, «e continuare con il nostro stile di vita, aiutando chi si trova in difficoltà». Per lui, si tratta «non c’è una ragione vera perché questa crisi sia così profonda. È un cane che si morde la coda», e dunque «dobbiamo far ragionare la gente», anche perché «con il calo dell’inflazione il potere d’acquisto sale».  Ma l’osservatorio nazionale Federconsumatori stima un crollo dei prossimi saldi del 30%, dato che segue il consuntivo fatto venerdì dall’osservatorio di Federconsumatori, Adusbef e Codacons sullo shopping natalizio: un calo del 20% dei consumi per oltre 2 miliardi di euro in meno. Per Federmoda-Confcommercio, da «una prima valutazione sui consumi di Natale, gli accessori di abbigliamento hanno tenuto meglio del previsto e le aspettative per l’andamento dei saldi sono buone». Per Cesare Damiano del Pd, «l’ottimismo a buon mercato del presidente del Consiglio si scontra con i dati della realtà». «In una crisi come quella che stiamo attraversando diventa essenziale ridurre le tasse a chi guadagna meno, ed è possibile se si tiene a un livello decoroso la fedeltà fiscale» commenta infine Bersani. Critiche anche dall’Udc: «Negare la grave crisi in cui versano le famiglie è da irresponsabili, così come lo sarebbe attribuire al governo la colpa della difficile situazione», dice Gian Luca Galletti. Il segretario Cisl Bonanni sollecita un tavolo di confronto col governo per discutere di riforma dei contratti e altro.
 

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