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MENSE SCOLASTICHE DI MILANO: FIOCCANO LE ADESIONI PER LA CLASS ACTION DEL CODACONS CONTRO MILANO RISTORAZIONE

COMUNICATO STAMPA DEL 6-07-12

 

MENSE SCOLASTICHE DI MILANO: FIOCCANO LE ADESIONI PER LA CLASS ACTION DEL CODACONS CONTRO MILANO RISTORAZIONE

 

LA SEGNALAZIONE DI UN GENITORE: LA PAUSA PRANZO E’ DIVENTATA PER MIO FIGLIO UN INCUBO

 

Dopo l’annuncio del Codacons di aver notificato una class action a Milano Ristorazione per i pasti scadenti ed il pessimo servizio offerto agli scolari milanesi, fioccano le adesioni e anche le segnalazioni dei genitori, che dimostrano come l’atto di citazione fosse sacrosanto e atteso.

Al di là dei casi clamorosi ormai noti, dagli scarafaggi alle mozzarelle blu, dai prodotti contaminati dalla diossina provenienti dalla Germania alla bambina vittima di uno shock anafilattico, dai 10 bambini con problemi di stomaco al bambino celiaco costretto a mangiare pasta in bianco fredda, o del cibo che non è né ottimo né abbondante, servito freddo, scotto, insipido, stopposo ed in ritardo, quello che ha maggiore rilevanza giuridica sono gli inadempimenti contrattuali di  Milano Ristorazione, divenuti ormai la regola.

Si tratta di violazioni degli standard di qualità previsti dal contratto stipulato con il Comune di Milano. Da qui la possibilità giuridica di intraprendere un’azione collettiva che, se ammessa dal Tribunale, porterebbe alla possibilità per i genitori di ottenere, oltre ad un miglioramento del servizio anche un risarcimento del danno sia patrimoniale (pari alla somma corrisposta dai genitori per il servizio mensa)  che non patrimoniale.

Le violazioni contrattuali vanno dagli alimenti provenienti da Paesi extracomunitari (dal tonno proveniente dalla Costa d’Avorio al merluzzo del Sud Africa, dai fagioli cannellini dall’Argentina alle lenticchie e i fagioli borlotti del Canada, o i ceci dalla Turchia) ai cibi con macinato industriale, dall’assenza di parmigiano reggiano a quella del prosciutto crudo di Parma, dalla mancata introduzione di prodotti biologici ai succhi di frutta al posto della frutta fresca, dallo scarso utilizzo del sale iodato alle crocchette di totano al posto dei previsti filetti di platessa, merluzzo e nasello, fino al gelato con emulsionanti o il ghiacciolo con coloranti al posto del budino.

Inoltre è una dieta troppo proteica con presenza di carne in ragione di 12 pasti su 20, mentre la proporzione consigliata dall’OMS, dal Ministero della Salute e dalla stessa ASL è invece del 10/15%, e, infine, ci sono troppi salumi, pochi legumi, poca varietà negli alimenti.

Ma le violazioni riguardano cose anche più gravi, come le pietanze tenute in caldo in vaschette di plastica che giungono a tavola deformi o l’olio conservato in recipienti di plastica invece dei contenitori di latta previsti dal contratto oltre che dalle linee guida della Regione Lombardia.

Nella class action si contesta anche il pagamento del servizio a forfait e la mancata corrispondenza con i pasti effettivamente consumati dai bambini. Assurdo che i genitori siano costretti a pagare anche in caso di sciopero del personale o di assenze degli alunni, visto che ogni mattina le scuole di Milano comunicano via fax a Milano Ristorazione il numero di alunni che prenderanno parte al servizio mensa.

Il Codacons riporta una segnalazione giunta ieri da un genitore che vuole aderire all’azione: “Sono un genitore che ha un figlio di 9 anni, iscritto alle elementari dell’Istituto ……….. Mio figlio praticamente salta un pasto ogni due giorni quando va bene ed è spesso pressato dall’istituto stesso a mangiare, per non essere di cattivo esempio, generando fortissime conflittualità. La pausa pranzo e’ diventata per mio figlio un incubo e non un momento di piacere e convivialità. E pensare che i primi tempi lo sgridavamo perché pensavamo che fosse lui a fare i capricci. L’ultima volta l’istituto ci ha “suggerito” di farlo mangiare a casa, e intanto la retta la paghiamo lo stesso …”

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