Una di quelle notizie positive, o presumibilmente tali, che proprio non ti aspetti in un periodo come questo, in cui si parla di tanto di crisi: l’inflazione a Como è in calo. Lo ha fatto sapere ieri l’ufficio stampa di Palazzo Cernezzi che ha diramato i risultati delle rilevazioni dell’ufficio statistica del Comune. «L’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività – si legge nella nota stampa diffusa ieri – nel mese di dicembre ha registrato una variazione congiunturale (rispetto cioè al mese precedente) di – 0,1% ed una variazione tendenziale (rispetto, cioè, allo stesso mese dell’anno precedente) del +2,3%. Rispetto al mese precedente le variazioni in aumento sono state contenute, se non nulle, tra lo zero per cento e il + 0,4%». Eppure c’è poco da esultare secondo le associazioni dei consumatori. Anzi, l’anno che si è appena aperto costringerà i comaschi a una spesa in più, rispetto al 2008, di oltre 600 euro. Ad affermarlo con categorica risolutezza è Mauro Antonelli, presidente del Codacons di Como: «Non bisogna gridare vittoria davanti ai nuovi dati sull’inflazione. Anche i comaschi nel 2009 spenderanno di più rispetto all’anno precedente. Per la precisione ogni nucleo famigliare spenderà in media 605 euro in più, dei quali 299 solo per i prodotti di genere alimentare». Il paradosso è presto spiegato. Antonelli chiarisce la dinamica che sta dietro all’aumento stimato della spesa: «Il 2008 è iniziato con determinati prezzi. Poi, nel corso dell’anno, sono andati via via aumentando. Facciamo l’esempio della pasta: intorno a settembre ha raggiunto l’aumento record su base annua di oltre il 30%. Il prezzo si è poi stabilizzato, ma resterà tale per tutto il 2009. La stessa cosa vale per molti altri generi. Hanno subito un continuo aumento nel 2008 raggiungendo il picco massimo verso la fine dell’anno. Picco massimo che ci accompagnerà per tutto l’anno in corso. Quindi spenderemo di più». Non bisogna, quindi, guardare ai numeri con eccessivo ottimismo. Secondo Antonelli resta incomprensibile il fatto che i prezzi non calino in proporzione alla recessione (che fa abbassare gli acuisti e quindi anche i prezzi per la legge della domanda e dell’offerta) e al calo del prezzo del petrolio che dovrebbe ripercuotersi a sua volta sul calo dei costi di trasporto e produzione. Nonostante la recessione e il calo del prezzo del petrolio, la stangata di 605 euro sarà inevitabile. A Como solo i ?trasporti? fanno registrare, secondo la rilevazione del Comune, un’inflazione in calo sia su base mensile (-0,7%) che su base annua (-0,6%).