Continuiamo a rimanere esterrefatti per i dati che, mensilmente, vengono propinati al paese in tema di inflazione.
Crediamo sia giunto il momento di mettere mano, naturalmente per migliorarli, ai ruoli ed alle funzioni dell’ISTAT, non solo attraverso la modifica dei pesi e delle voci del paniere che non rappresentano la realtà dei costi e dei prezzi, ma soprattutto dotando di strumentazione tecnologica più avanzata le rilevazioni che si fanno sul territorio e che, ribadiamo, non sembrano avere caratteristiche di accuratezza. Di queste rilevazioni imprecise e della loro pubblicizzazione, ne soffrono le famiglie italiane e, poiché dati così importanti, hanno ricadute su diversi parametri e variabili della vita economica sull’intero paese. Vogliamo segnalare, in aggiunta ed una volta per tutte, che si rende necessario, in tema di prezzi di prodotti petroliferi, decidere meccanismi di calmieramento per rendere meno gravi le ricadute di tali prezzi su famiglie ed attività produttive.
Infatti, solo la variazione della benzina, da febbraio 2005 a febbraio 2006, ha comportato, non solo un esborso maggiore per i cittadini di 140 euro in più per i pieni, ma ha anche fatto guadagnare al Governo più di due centesimi al litro di benzina, tra Accisa e IVA, pari ad un maggiore introito di 480 milioni di euro nell’anno trasformando così, come più volte denunciato, il Governo italiano nell’ottava compagnia petrolifera.