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INTERCETTAZIONI: PUNIRE I GIUDICI CHE LE AUTORIZZANO QUANDO LE IPOTESI DI REATO SI RIVELANO ERRATE

Punire i giudici che autorizzano le intercettazioni ipotizzando gravi reati che consentono il ricorso a tale misura, quando alla fine dei procedimenti le stesse ipotesi si rivelano inconsistenti ed errate.

Questa la richiesta che muove oggi il Codacons, assieme all’Associazione Utenti della Giustizia. Moltissimi, infatti, sono i casi in cui, per evitare faticose indagini diverse, i magistrati ipotizzano un reato associativo e chiedono ed ottengono dal Gip l’autorizzazione ad intercettare, proprio sulla base di tale ipotesi. Dopo qualche anno di intercettazioni “si accorgono” che il reato associativo non esiste e procedono per semplici reati contro il patrimonio o per corruzione o concussione, ma utilizzano dopo una spesa enorme per lo Stato le intercettazioni così acquisite.

Ebbene questo sistema illegale – spiega il Codacons – va previsto come tale nel ddl in preparazione da parte del Governo; ossia occorre prevedere che il magistrato che abbia ipotizzato un reato grave ma insussistente solo per poter utilizzare il sistema delle intercettazioni, risarcisca sia gli indagati che lo Stato stesso.

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