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I commercianti: siamo anche noi vittime del carovita

“Como si considera una città turistica“ e questo spiega, almeno in parte, i rincari registrati sul Lario. La posizione espressa dal Codacons fa discutere: “D`estate – aveva detto il presidente, Mauro Antonelli – arrivano a Como persone con un reddito molto alto, da Milano e dall`estero, e probabilmente qualcuno non resiste alla tentazione di alzare i prezzi“. Un chiaro riferimento ai commercianti e ai titolari di pubblici esercizi. Ma i rappresentanti di categoria non ci stanno e respingono ogni addebito: “Può esserci qualche esercente che approfitta dei turisti o di manifestazioni estive per compiere scorrettezze – dice il presidente di Confcommercio, Giansilvio Primavesi – ma si tratta di casi sporadici e vanno condannati. Bisogna ribaltare il discorso: il turismo ci aiuta a tener bassi i prezzi, se non ci fosse avremmo meno clienti e i comaschi dovrebbero fare i conti con prezzi meno convenienti“. I negozianti si sentono vittime al pari dei consumatori: “Ho letto i dati sull`indice dei prezzi al consumo e credo che la spiegazione sia semplice – dice Osvaldo Filippini, segretario dell`Unione provinciale commercio turismo e servizi – Credo cioè che i ritocchi registrati a Como siano dovuti all`aumento dei costi che gravano sui commercianti. La nostra categoria è alle prese con bollette energetiche e spese di affitto molto più alte rispetto ad altre zone del Paese, per non parlare dei costi per l`esposizione di tavolini all`aperto“. Non avete nessuna colpa, quindi? “Può esserci qualcuno che approfitta di un evento e “ci marcia“, alzando i prezzi, ma sono pecore nere. I nostri associati lavorano onestamente e non si divertono ad alzare i prezzi per far soffrire i cittadini“. Il numero uno di Confesercenti, Sergio Ferrario, spiega: “I comaschi arrancano soprattutto per l`aumento delle bollette energetiche e della benzina, quindi devono prendersela con il governo e i grandi gruppi, non con noi. Nel mio settore, la biancheria per la casa, i prezzi di alcuni articoli sono scesi del 30% rispetto a qualche tempo fa, eppure la gente non compra lo stesso, perché è strangolata dal costo del gas, dell`elettricità, della benzina, tutte cose di cui non può fare a meno Il problema, quindi, non sono i nostri prezzi. È ora di smetterla con gli attacchi al nostro settore“. Il presidente di Confcommercio, Giansilvio Primavesi, rimarca: “Non si può colpevolizzare una categoria, noi stiamo soffrendo al pari dei consumatori. Qualcuno piuttosto ci spieghi perché dobbiamo pagare una tassa sui rifiuti più cara rispetto ai colleghi di Lecco o di altre città“. Franco Soldaini, direttore dell`istituto alberghiero “Brera“, conosce decine di realtà turistiche in Italia e all`estero: “Non mi pare che in città i prezzi siano alti ovunque. In centro si paga di più, ma questo lo sanno i turisti e lo sanno ancor meglio i comaschi, accade in tutto il mondo e sarà sempre così. L`inflazione alle stelle non si spiega certo con i prezzi praticati da qualche locale. In questi casi – conclude Soldaini – bisognerebbe chiedersi, invece, se a certi prezzi corrisponda un servizio davvero di qualità: spesso non è così“.

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