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ENERGIA: BASTA CON ASTRATTE DISCUSSIONI


Secondo Intesa Consumatori uno dei nodi fondamentali su cui il nuovo Governo dovrà agire tempestivamente è quello energetico.

Innanzitutto il Paese ha bisogno di essere dotato di un piano energetico concreto ed efficace e che sia fondato su semplici e chiari presupposti, quali: politica del risparmio, gestione delle alternative energetiche e dei processi di modernizzazione e liberalizzazione del settore.

Purtroppo, tutto il discorso che ruota intorno al settore energetico sembra, da tempo ormai, essere accentrato sulla polemica ?nucleare sì, nucleare no?, (questione per la cui risoluzione passeranno troppi anni e dovranno essere impiegate troppe risorse perché sia centrale). Attualmente si tratta di una vera e propria perdita di tempo, come anche continuare a dichiarare l’inefficacia dell’impiego di energie alternative rispetto alla copertura dei fabbisogni reali. Nel frattempo continuiamo ad essere superati dagli altri Paesi nei settori del solare e del fotovoltaico, come è già successo in Europa (Germania in testa).

Per prima cosa si deve diversificare al massimo le fonti di approvvigionamento del gas naturale, portando in Italia gas naturale liquefatto e costruendo centri di rigasificazione lungo le nostre coste, che siano compatibili e rispettosi dell’ambiente circostante, oltre alla realizzazione di centri di stoccaggio dello stesso gas. Così facendo si farebbe dell’Italia uno snodo fondamentale d’Europa.
Seconda questione è la necessaria ripresa degli investimenti nei processi di raffinazione, al fine di ottenere maggiori rese di distillati leggeri (benzine e gasoli), che superino le speculazioni a livello internazionale dei prezzi delle benzine e quindi permettano l’abbattimento dei costi del prezzo del petrolio.

Il terzo punto riguarda la necessaria modernizzazione dei sistemi di distribuzione, sia dell’energia elettrica, sia di carburante, con immediato sollievo dei costi di trasporto dell’elettricità e dei prezzi relativi a benzine e gasoli.

Quarto ed ultimo punto: rivalutare l’intera struttura della tassazione energetica, sia quella relativa all’iva sul gas (che deve essere portata al 10%) sia (ed in particolar modo) quella relativa ai prodotti carburanti e combustibili, portando ad un sistema di automatico calmieramento nei casi di forte tensione dei prezzi e che eviti distorsioni speculative dalla pericolosa ricaduta sui costi di produzione e di trasporto (con conseguenze gravissime sui prezzi e quindi sulle tasche dei cittadini).

Così facendo le famiglie italiane, che oggi pagano in media 990 euro all’anno per il gas, 400 euro all’anno per la bolletta elettrica e 1440 euro all’anno per il carburante, potrebbero risparmiare almeno il 15% di tale spesa, pari a 425 euro annui, senza contare i risparmi che si potrebbero ottenere nella determinazione dei prezzi dei beni di largo consumo, derivanti dai costi di trasporto e dai costi di produzione (in ambedue i casi il 15% del tasso di inflazione e quindi pari al 30% già sottostimato dell’Istat: 172 euro annui).








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