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E sulle bollette ricorsi da milioni di euro

   Chi non è servito da depuratore paga una tariffa ridotta all´Acea. Questo stabilisce una sentenza recente della Corte Costituzionale, che dichiara illegittimo corrispondere denaro per un servizio non erogato. Proprio tenendo in considerazione questa sentenza il nuovo piano tariffario scattato il 1° gennaio, adottato dall´Acea su proposta della Provincia, ha cancellato la voce depurazione a chi abita in case sprovviste di impianto.  Ma la sentenza ha valore retroattivo e già gli utenti, assistiti dal Codacons o autonomamente, si preparano a chiedere i rimborsi all´Acea, che potrebbe essere sommersa nei prossimi giorni da una valanga di ricorsi. La situazione, sostengono associazioni di consumatori ed esponenti politici municipali, riguarda decine di migliaia di romani. Secondo una prima stima della Provincia, nel territorio provinciale, Roma compresa, gli utenti non serviti da depuratore sarebbero il 20-30%. «Almeno 15.000 persone solo nella zona nord della capitale, sulla Cassia, avrebbero diritto al rimborso di quanto pagato in questi anni – dice Marco Petrelli, Pdl, presidente della commissione Urbanistica del municipio XX – Si tratta dei residenti della Storta, Isola Farnese, la Cerquetta che ancora oggi scaricano nei fossi senza depurazione perché l´impianto previsto a Isola Farnese non è stato mai realizzato». Secondo Petrelli, ogni cittadino avrebbe indebitamente pagato all´Acea circa 150 euro l´anno negli ultimi cinque anni, da quando la tassa è stata trasformata in tariffa, per un rimborso complessivo di oltre 10 milioni di euro.  Il Codacons ha annunciato un´azione legale «a tutela dei cittadini del Lazio» e ha già inviato una diffida all´azienda idrica a sospendere dalla prossima fatturazione gli addebiti agli utenti.  «Dall´Acea, alla quale abbiamo anche chiesto un quadro delle zone coperte dal servizio di depurazione in città, non abbiamo avuto risposta – informa Simona Zacchei, legale Codacons – Ci sono tutti gli estremi per procedere nei confronti dell´azienda e per far rimborsare ai romani quanto hanno pagato per un servizio di fatto inesistente». L´associazione di consumatori si spinge anche oltre: «Crediamo che in queste stesse zone non servite da depuratore – spiega Zacchei – i cittadini non debbano neanche pagare quella voce della tariffa relativa alla fognatura».
 

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