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Codacons su Fase 2 e tamponi a pagamento Milano

COMUNICATO STAMPA

Cronaca Milano

Domenica 17 Maggio 2020

MILANO E FASE 2: TAMPONI E SCREENING MA SOLO PER CHI PAGA

REGIONE LOMBARDIA AFFERMA DA MESI CHE NON CI SONO ABBASTANZA TAMPONI PER TUTTI, MA BASTA PAGARE DA PRIVATI E TUTTI POSSONO FARLO

CODACONS: LA SALUTE E’ UN BENE PUBBLICO, ENTRIAMO NELLA FASE 2 SENZA SEGUIRE NESSUN PROTOCOLLO CONSIGLIATO DAI VIROLOGI. NESSUNO SCREENING DELLA POPOLAZIONE, NIENTE TAMPONI A TAPPETO, REGOLE POCO CHIARE SARA’ UN FAR WEST

DIFFIDA ALLA REGIONE E ESPOSTO IN PROCURA

 

Cronaca Lombardia: Milano e la Regione Lombardia si apprestano ad un graduale ritorno alla normalità, con la fine del lockdown e la ripresa delle normali attività lavorative: esercizi commerciali, ristoranti, bar ecc., ma cosa è cambiato rispetto alla fase 1?

Poco o niente – denuncia il Codacons, con le parole del suo Presidente Marco Donzelli – tutti i consigli dei principali virologi ed epidemiologici italiani e stranieri non sono stati seguiti. Screening di massa della popolazione, tamponi a tappeto per isolare i positivi asintomatici niente di tutto questo è stato fatto. Da settimane la Regione Lombardia afferma come non vi siano abbastanza risorse per fare i tamponi a tutti, ma la realtà è che basta pagare per avere un tampone.

Un far west senza alcuna regola, che favorisce la sanità privata in luogo della sanità pubblica, ormai bistrattata dalla politica.

Tantissime persone rientreranno al lavoro queste settimane, senza sapere se sono positive o no al Coronavirus, e costringendo i datori di lavoro e i lavoratori stessi che tengono alla loro salute a spendere fior di quattrini per sapere se sono malati.

è il crollo della sanità pubblica e della politica regionale; Dove sono le promesse di orari di entrata e uscita diversificate? Dove sono gli obblighi di fornire ai dipendenti dispositivi di protezione individuale? Chi ha verificato che tutte le aziende e uffici abbiano sanificato i luoghi di lavoro?”

Presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica e una diffida a Regione Lombardia.”

Ufficio Stampa: 393/9803854

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