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Codacons su Corso Buenos Aires pista ciclabile e sicurezza

COMUNICATO STAMPA

Cronaca Milano

Martedì 6 marzo 2021

CORSO BUENOS AIRES MILANO: PISTA CICLABILE OBBLIGA I TASSISTI A PARCHEGGIARE DIRETTAMENTE SUL MARCIAPIEDE COMPROMETTENDO SICUREZZA E CIRCOLAZIONE DEI PEDONI
 
CODACONS: NON SOLO LA NUOVA CICLABILE HA DIMOSTRATO DI ESSERE MOLTO PERICOLOSA PER I CICLISTI DATO IL SUO POSIZIONAMENTO, MA NASCONDE ALTRE PROBLEMATICHE
 
DIFFIDA AL COMUNE DI MILANO ED ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA
 
Cronaca Milano: Ancora problematiche legate alla recente pista ciclabile sita in Corso Buenos Aires, dopo che nei mesi passati il Codacons ha più volte segnalato sia al Comune di Milano sia alla Procura della Repubblica le modalità con cui essa era stata pensata.
 
Oltre, infatti, al grossissimo pericolo per i ciclisti, legato soprattutto al fatto che la pista ciclabile non fosse concretamente separata dalla traiettoria delle vetture, in una via tra le più trafficate di Milano, ed agli incroci in cui si creava un andirivieni di macchine che dovevano per forza incrociare la propria strada con le biciclette, un altro problema si sta facendo strada; ossia le zone in cui si fermano i taxi.
 
La creazione della pista ciclabile, infatti, impedisce ai tassisti di fermarsi, come facevano prima in concomitanza del marciapiede, dovendo ora sostare direttamente sui marciapiedi stessi, creando enormi ostacoli e problemi alla circolazione dei pedoni.
 
Codacons: “La nuova pista ciclabile, pensata in un’ottica di mobilità alternativa e riduzione del traffico e dell’inquinamento sta purtroppo creando tutta una serie di enormi problematiche fortemente sottovalutate dal Comune di Milano – denuncia il Presidente Marco Donzelli – problematiche che però sembrano, ad oggi, essere state quasi completamente ignorate, con buona pace degli incidenti occorsi e dei rischi che ancora oggi i ciclisti corrono transitando in Corso Buenos Aires.
 
Per questo motivo diffidiamo il Comune di Milano a trovare una soluzione definitiva, e chiediamo alla Procura della Repubblica di indagare su tali fatti.”
 
Ufficio Stampa: 346/6940183
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