Codacons e Adusbef in relazione al d.d.l sulla trasparenza dei servizi assicurativi, ribadisce le posizioni evidenziate nel corso dell’audizione al Ministero dell’Industria. Ecco i punti contestati: 1) E’ errato un d.d.l sulla trasparenza che limita alla sola RC-Auto non occupandosi delle assicurazioni vita e salute. 2) E’ abnorme concepire la trasparenza senza confrontare, oltre i premi, le garanzie offerte dalle compagnie. 3) E’ carente un d.d.l che non impone regole nuove e diverse alle compagnie per definire gli aumenti di premio, lasciando loro la libertà di associarsi in enti, come l’Ania, che già in passato sono stati sanzionati dall’Antitrust. Il nodo reale della trasparenza passa attraverso il controllo delle intese occulte anticoncorrenza e su questo il d.d.l tace completamente. 4) Il d.d.l non aumenta, come sarebbe doveroso, i poteri sanzionatori dell’ISVAP. 5) L’art.6 deve prevedere fini di osservatorio sui premi e di pubblicità comparativa tra le varie compagnie con raffronto di premi e garanzie offerte. Si ricorda che tale osservatorio – assolutamente necessario anche per la telefonia – può essere realizzato dal CNCU anche indipendentemente da una legge. 6) Infine, come sostenuto dall’ADUSBEF, occorre prevedere un periodo di controllo dei premi da parte di organi pubblici almeno fin tanto che non sarà garantita la effettiva concorrenza tra le compagnie.