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Cinque italiani su cento senza soldi per il cibo Meta’ famiglie vive con meno di 2 mila euro

 ROMA – Più difficoltà anche solo nel procurarsi il cibo, le medicine, e gli abiti di cui non si può fare a meno: sono peggiorate le condizioni di vita delle famiglie italiane, e già a fine 2007, prima dell’impatto della crisi. Soffrono di più gli anziani soli, soprattutto le donne; le famiglie con un solo genitore, in particolare se si tratta di donne separate o vedove; e più di tutti i nuclei familiari con tre e più figli. L’allarme è nei dati Istat dell’indagine annuale su distribuzione del reddito nel 2006 e sulle condizioni di vita in Italia a fine 2007, quando, rispetto a dodici mesi prima, è salito dal 4,2 al 5,3% la quota di famiglie che non ha avuto i soldi per il cibo almeno una volta nel corso dell’anno. Salgono dal 10,4 al 10,7% le famiglie che non riescono a riscaldare adeguatamente la casa, dal 10,4 all’11,1% quelle che hanno vissuto «momenti con insufficienti risorse» per le spese mediche. È in calo solo la quota di famiglie che sono state in arretrato nel pagamento delle bollette, che scende dal 9,3 all’8,8%. Così, il 15,4% delle famiglie (in aumento dal 14,6% del 2006) ha dichiarato di arrivare con molta difficoltà alla fine del mese. Ed il 32,9% ritiene di non essere in grado di far fronte ad una spesa imprevista di 700 euro. Dati «drammatici», commenta il leader del Pd Walter Veltroni. Mentre l’indagine sui redditi 2006 indica che la metà delle famiglie italiane ha potuto contare su meno di 1.924 euro al mese in giù. È il dato netto «mediano» che statisticamente segna il confine tra il 50% delle famiglie più ricche ed il 50% delle più povere. L’analisi conferma forti diseguaglianze, tra Nord e Sud del Paese, ma anche tra ricchi e poveri del Meridione che restano separati da un divario ancora più ampio. Le caratteristiche di distribuzione del reddito, che hanno visto l’Italia all’ultimo posto dei 15 paesi europei monitorati da Eurostat, restano «sorprendententemente stabili», rilevano all’Istat, nonostante l’evoluzione dei dati sull’occupazione. Le famiglie soffrono, e di più al Sud dove l’Istat registra «segnali di disagio particolarmente marcati rispetto al resto del Paese». Soprattutto in Sicilia. Qui è il 26,3% ad arrivare a fine mese con «molta difficoltà», più del 22,7% della Calabria, del 22,5% della Campania, e del 21,1% della Puglia. Mentre nella zona di Trento, il dato migliore, ad arrancare è solo 3,3% dei nuclei familiari. Al nord l’Istat ha rilevato «maggiori segni di disagio» in Piemonte, al centro nel Lazio. La famiglia tipo che ha meno difficoltà economiche è quella delle coppie senza figli. Per le coppie con almeno 3 figli c’è la «situazione di maggiore vulnerabilità».  Tra i commenti, l’associazione di consumatori Codacons calcola che «22,5 milioni di italiani non arrivano a fine mese» e chiede al governo di «aiutare le famiglie».

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