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CARO ESTINTO: NON CI SONO PIU` NEMMENO I SOLDI PER MORIRE!






Che non ci siano più i soldi per vivere è cosa nota, ma a quanto pare non ci sono più nemmeno per morire. Sempre più persone, per pagare il funerale, sono, infatti, costrette a chiedere il pagamento rateizzato.
Alcune imprese funebri hanno talmente tante richieste (il record è a Genova dove un`impresa di onoranze funebri riceve richieste dal 40% dei propri clienti), da essere state costrette ad instaurare precisi accordi con finanziarie.
Secondo una stima del Codacons il 10% degli italiani chiede il pagamento a rate per le onoranze funebri. Ma nelle grandi città si arriva al 20%.

In crescita, per la stessa ragione, la cremazione, dato che, dopo la Legge n. 130 del 2001, è possibile anche tenere le ceneri in casa o disperderle, risparmiando, quindi, parecchio sulla concessione del loculo. Il costo di una cremazione di aggira mediamente sui 300 euro (alcuni Comuni la fanno anche gratis per i residenti).

Il Codacons invita il Governo, intenzionato a ridurre le tasse, a iniziare a togliere almeno quelle sui morti. Ancora oggi, quando si muore in casa, bisogna pagare una tassa per il rilascio del certificato di constatazione di decesso rilasciato dall`ufficiale sanitario dell`Asl, 35 euro + 1 euro di bollettino postale. Per non parlare del diritto fisso sul decreto di trasporto (58 euro + 2 o 3 marche da bollo da 14,62 euro) che chiedono i comuni in cui è avvenuto il decesso. Sono tutte pratiche spesso svolte dalle imprese di onoranze funebre, ma non sempre.
Ragione per la quale, in alcuni casi, i parenti del defunto sono costretti, persino in quei momenti, a dover fare pure la coda in posta per pagare 35 euro.

Il Codacons, infine, chiede ai comuni di gestire direttamente quello che ormai è diventato il business dell` elettroilluminazione votiva. Una tassa occulta su ogni morto. Il costo effettivo dell`illuminazione, trattandosi di una lampadina in bassa tensione, anche considerando la sua sostituzione periodica, è inferiore ad un euro. Eppure le società, anche private, che gestiscono, grazie ad appalti spesso ventennali, questo servizio incassano mediamente 15 euro all`anno (16,58 a Milano, 24,24 euro per la Acea di Roma). Insomma si lucra persino sui morti.

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